E' quasi Natale ma giá da mesi chi comunica deve rispondere all'annoso quesito: come facciamo gli auguri? Stampare gadget ad hoc?
Molte aziende con la scusa della crisi invece di stampare cartoncini natalizi, o creare piccoli doni, risolvono con formule virtuali: email e perfino sms.
Per farlo c'è anche chi spende per grafiche elaborate, sistemi video, animazioni. Funziona?
A voi piace ricevere questi messaggi? Vi rimangono impressi? Vi dicono qualcosa dell’azienda che ve li manda o (peggio) del professionista?
Nella nostra esperienza molto poco. Anche la scelta di annullare i regali a favore di un gesto umanitario sembra funzionare meglio se la comunichiamo attraverso un cartoncino stampato o un gadget a tema.
Aggiungerei per stile se non la comunichiamo affatto. A meno che non sia una vera campagna di sensibilizzazione. Accurata e di forte investimento.
E’ vero che in questi anni la crisi ha costretto le aziende a politiche di spending review molto severe, soprattutto sulle voci di uscita meno essenziali. D’altra parte si parla tanto di “lead” e si dimentica che basta poco a “scaldare” i nostri contatti.
La differenza sta tutta nel pensare qualcosa di davvero accurato e di buon design. Qualcosa che non assomigli a un gadget “da fiera” per intenderci ma a un vero regalo. Magari non costoso ma intelligente e ben realizzato.
Un oggetto che faccia sentire il cliente (o il giornalista, o il fornitore) premiato per la sua relazione con noi. Il meccanismo è quello che sta alla base dell’economia del dono per cui un piccolo oggetto o un cartoncino personalizzato a mano contribuiscono a creare o nutrire una relazione cordiale.
Chi fa un regalo (in questo caso l’azienda) lo fa per mostrare gratitudine ma anche per creare i presupposti di una continuitá e di una buona testimonianza.
Si parla di “spese di rappresentanza” o di “pr” e si dimentica che si tratta soprattutto di “buon senso” o buone maniere che pagano sempre. Soprattutto diventano -questi sì- investimenti intelligenti di cui calcolare il ROI.
L’aumento di conoscenza dei messaggi chiave dell’azienda, la loro persistenza e “simpatia”: non è questo il cuore di ciò che viene chiamato “generare lead”? Se un gadget con il vostro marchio entra nella vita del vostro cliente, del fornitore o dell’opinione leader a cui lo avete regalato … facendolo sorridere o generando un qualche beneficio, non è forse un’operazione di brand awareness? Vecchia come il concetto stesso di brand, forse, ma da non sottovalutare. Specie in un’epoca di smaterializzazione dei messaggi.
Oggi esistono online possibilitá praticamente infinite per creare o personalizzare piccoli regali poco costosi e originali. Pensiamo a siti come publicarrello.com o a maxilia.it che consentono una pratica stampa gadget. Non solo penne, matite, shopper, segnalibri, portachiavi ma anche piccola elettronica o power bank, borracce da sport oppure occhiali da sole. La sfida è uscire daI gadget aziendale banale, giá visto e soprattutto poco utile (basta con le chiavette USB almeno per i giornalisti!)… piuttosto che rifugiarci nel virtuale! Il regalo - più che il termine gadget- ci aiuta proprio a sollevarci dalla massa indifferenziata delle email che ormai tutti riceviamo (e non sopportiamo!) Per aggiungere quel tocco emozionale che oggi fa la differenza.